Da Albano alla Valle del Sacco: le terre ferite del Lazio e la proposta di legge per monitorare l’inquinamento

La Marcia Giubilare per la Terra, in programma per sabato 15 marzo con partenza da Santa Palomba, sarà un modo, spiegano gli organizzatori, per "ascoltare il grido delle nostre terre ferite". Dai disastri ambientali della Valle del Sacco e di Colleferro fino alla vicenda del termovalorizzatore di San Vittore e dell'inceneritore di Roma, che dovrebbe essere realizzato in un territorio già a rischio ambientale per la presenza della discarica di Roncigliano. Sarà anche l'occasione per sostenere la proposta di legge sul biomonitoraggio degli agenti inquinanti delle aree più colpite.
"La presente legge si prefigge di rendere effettivo il diritto alla salute delle popolazioni che vivono vicino agli impianti di incenerimento di rifiuti e alle discariche, aumentando l’efficacia dei controlli ambientali. Il biomonitoraggio e gli screening sanitari di prevenzione, infatti, possono evidenziare la presenza di inquinanti ulteriori rispetto a quelli monitorati attraverso i controlli previsti nelle Autorizzazioni di Impatto Ambientale (AIA)", si legge nella relazione della proposta firmata dalle associazioni Rete Tutela Roma Sud (Provincia di Roma), No Inceneritore Fusina e Comitato Opzione Zero (Veneto), ISDE Roma e Lazio, Comitato Unitario No 4° Linea (Acerra), Patto Ecologista Riformista, Associazione Rifiuti Zero Sicilia, Rete dei Comitati Territoriali Siciliani.
In generale gli organizzatori della marcia vogliono puntare i riflettori su questioni irrisolte da decenni nel Lazio, come l'inquinamento del fiume Sacco, le discariche abusive e la costruzione di nuovi impianti inquinanti. Il fulcro dell'evento sarà la rivendicazione di un maggiore impegno istituzionale, necessario per garantire il diritto alla salute e a un ambiente salubre.
La battaglia di Colleferro: Come i cittadini hanno fermato l’inceneritore
La lotta dei cittadini di Colleferro contro l'inceneritore rappresenta uno dei rari esempi di vittoria popolare in un contesto ambientale complesso. Alberto Valleriani, che ha partecipato attivamente alla protesta e per anni ha lottato contro l'impianto, ha ricordato a Fanpage.it come tutto ebbe inizio quando "noi, insieme ai ragazzi dell'Unione Giovani Indipendenti, cominciammo a denunciare la gestione dei rifiuti". L’obiettivo era duplice: promuovere una raccolta differenziata efficace e fermare il revamping degli impianti di incenerimento. In quegli anni, racconta Valleriani, "la raccolta differenziata era bassa a causa dei cassonetti stradali, ma dimostrammo che con un sistema più avanzato, come quello del nord Italia, gli inceneritori sarebbero diventati obsoleti".
La lotta culminò con la grande manifestazione dell'8 luglio 2017, a cui parteciparono circa 6000 persone. Valleriani ricorda: "Bloccammo l'accesso degli impianti, organizzammo presidi e coinvolgemmo anche 13 sindaci della zona". Il colpo di grazia agli inceneritori arrivò il 5 novembre 2017, quando "ci sdraiammo davanti ai camion per impedire il passaggio delle parti di ricambio, costringendo così le autorità a fermare il progetto di revamping". Da allora, gli inceneritori di Colleferro sono stati smantellati, segnando una vittoria storica.
La questione della Valle del Sacco
La Valle del Sacco è una delle aree più compromesse d'Italia dal punto di vista ambientale, dichiarata Sito di Interesse Nazionale (SIN). Coinvolge 19 comuni e circa 220.000 abitanti. Come spiega Valleriani, "da anni si sta tentando di procedere alla bonifica, ma il processo è lento". La contaminazione delle acque e dei terreni, soprattutto agricoli, resta una minaccia costante per la salute pubblica, come dimostrato dagli studi epidemiologici che evidenziano alti tassi di tumori nella zona. "Nonostante alcune aree siano state sottoposte a interventi di rimozione dei rifiuti e caratterizzazione, il fiume Sacco continua a essere inquinato", afferma Valleriani, sottolineando la necessità di un monitoraggio continuo.
Tra le problematiche persistenti, Valleriani cita "lo stallo nella costruzione del depuratore industriale di Anagni, avviato trent’anni fa e mai completato". Al contempo, nuovi impianti, come biodigestori e centrali a biometano, minacciano di aggravare ulteriormente la situazione. Nonostante le difficoltà, la battaglia per la bonifica continua, con l’obiettivo di restituire alla popolazione un ambiente più sicuro.
La proposta di legge sui biomonitoraggi
Alla luce delle gravi situazioni ambientali del Lazio, è stata presentata una proposta di legge che punta a introdurre un sistema di biomonitoraggio permanente nelle aree più colpite dall'inquinamento. Il disegno di legge prevede il monitoraggio degli organismi viventi e quindi delle persone e soprattutto dei bambini con, ad esempio analisi sulle unghie e sulle urine. L'obiettivo è di prevenire ulteriori danni e proteggere la salute dei cittadini attraverso la raccolta e l'analisi costante di dati ambientali. Valleriani sottolinea l'importanza della proposta, affermando che "solo con un monitoraggio continuo possiamo avere una mappa chiara del rischio e agire per tempo, senza dover attendere tragedie sanitarie".
La manifestazione di sabato 15 marzo
La Marcia Giubilare per la Terra è in programma per sabato 15 marzo. Partirà da Santa Palomba, nel territorio dove dovrebbe essere realizzato il termovalorizzatore voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e l’arrivo è previsto alla Cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale. "La battaglia di Colleferro", conclude Valleriani, "è la prova che uniti possiamo fare la differenza. Ora tocca ad Albano, Santa Palomba, allaValle del Sacco e a tutte le terre ferite del Lazio".